giovedì 31 maggio 2012

Geni(u)s Carreras - Philographics

Adoriamo le grafiche minimal-filosofiche di Genis Carreras.
Quale vi rappresenta di più?

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We love Genis Carreras' minimal philosophy poster series.
Which one represents you the most?










E ce ne sono ancora! www.geniscarreras.com

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More at www.geniscarreras.com

Italo Calvino - Italiani, vi esorto ai classici

Ragazza che legge un libro in spiaggia - Picasso
 
Con il gruppo di lettura Il Segnalibro abbiamo deciso di impegnarci, durante i mesi estivi, nella lettura di un “classico” della letteratura, italiana e non.
Quale miglior modo per essere ricevere l’ispirazione giusta nell’affrontare questo impegno se non le parole del grande e amatissimo Italo Calvino.

*

We decided together with the friends from our book club that the next reading on our summer list shoud be a classic..
What better way to embark on this journey than the inspiring words of our great and beloved Italo Calvino, from an article published on the periodical "L'Espresso" on June 28th 1981: "Why Read the Classics?"
And in the words of Calvino himself:

Then I ought to rewrite it yet again lest anyone believe that the classics ought to be read because they "serve any purpose" whatsoever. The reason one can possibly adduce is that to read the classics is better than not to read the classics.

 You can download the complete English version (seen below in Italian) here

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Cominciamo con qualche proposta di definizione.

1. I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito:
«Sto rileggendo...» e mai «Sto leggendo...»

Questo avviene almeno tra quelle persone che si suppongono «di vaste letture»; non vale per la gioventù, età in cui l'incontro col mondo, e coi classici come parte del mondo, vale proprio in quanto primo incontro.
Il prefisso iterativo davanti al verbo «leggere» può essere una piccola ipocrisia da parte di quanti si vergognano d'ammettere di non aver letto un libro famoso. Per rassicurarli basterà osservare che per vaste che possano essere le letture «di formazione» d'un individuo, resta sempre un numero enorme d'opere fondamentali che uno non ha letto. […] Questo per dire che il leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere straordinario: diverso (ma non si può dire maggiore o minore) rispetto a quello d'averlo letto in gioventù. La gioventù comunica alla lettura come a ogni altra esperienza un particolare sapore e una particolare importanza; mentre in maturità si apprezzano (si dovrebbero apprezzare) molti dettagli e livelli e significati in più.
Possiamo tentare allora quest'altra formula di definizione:

2. Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.

Infatti le letture di gioventù possono essere poco proficue per impazienza, distrazione, inesperienza delle istruzioni per l'uso, inesperienza della vita. Possono essere (magari nello stesso tempo) formative nel senso che danno una forma alle esperienze future, fornendo modelli, contenitori, termini di paragone, schemi di classificazione, scale di valori, paradigmi di bellezza: tutte cose che continuano a operare anche se del libro letto in gioventù ci si ricorda poco o nulla. Rileggendo il libro in età matura, accade di ritrovare queste costanti che ormai fanno parte dei nostri meccanismi interiori e di cui avevamo dimenticato l'origine. C'è una particolare forza dell'opera che riesce a farsi dimenticare in quanto tale, ma che lascia il suo seme.
 La definizione che possiamo darne allora sarà:

3. I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.

Per questo ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi noi siamo certamente cambiati, e l'incontro è un avvenimento del tutto nuovo.
Dunque, che si usi il verbo «leggere» o il verbo «rileggere» non ha molta importanza.
Potremmo infatti dire:

4. D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
5. D'un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura.

La definizione 4 può essere considerata corollario di questa:

6. Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.

Mentre la definizione 5 rimanda a una formulazione più esplicativa, come:

7. I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume).

Questo vale per i classici antichi quanto per i classici moderni. 
[…] La lettura d'un classico deve darci qualche sorpresa, in rapporto all'immagine che ne avevamo.
[…] Possiamo concludere che:

8. Un classico è un'opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.

Non necessariamente il classico ci insegna qualcosa che non sapevamo; alle volte vi scopriamo qualcosa che avevamo sempre saputo (o creduto di sapere) ma non sapevamo che l'aveva detto lui per primo (o che comunque si collega a lui in modo particolare). E anche questa è una sorpresa che dà molta soddisfazione, come sempre la scoperta d'una origine, d'una relazione, d'una appartenenza.
Da tutto questo potremmo derivare una definizione del tipo:

9. I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.

Naturalmente questo avviene quando un classico «funziona» come tale, cioè stabilisce un rapporto personale con chi lo legge. Se la scintilla non scocca, niente da fare: non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore. […] È solo nelle letture disinteressate che può accadere d'imbatterti nel libro che diventa il «tuo» libro. […]
Giungiamo per questa via a un'idea di classico molto alta ed esigente:

10. Chiamasi classico un libro che si configura come equivalente dell'universo, al pari degli antichi talismani.

Con questa definizione ci si avvicina all'idea di libro totale, come lo sognava Mallarmé. Ma un classico può stabilire un rapporto altrettanto forte d'opposizione, d'antitesi. […]
 Dirò dunque:

11. Il «tuo» classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.

Credo di non aver bisogno di giustificarmi se uso il termine «classico» senza fare distinzioni d'antichità, di stile, d'autorità. Quello che distingue il classico nel discorso che sto facendo è forse solo un effetto di risonanza che vale tanto per un'opera antica che per una moderna ma già con un suo posto in una continuità culturale.
Potremmo dire:

12. Un classico è un libro che viene prima di altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia.

A questo punto non posso più rimandare il problema decisivo di come mettere in rapporto la lettura dei classici con tutte le altre letture che classici non sono. Problema che si connette con domande come: «Perché leggere i classici anziché concentrarci su letture che ci facciano capire più a fondo il nostro tempo?» […] L'attualità può essere banale e mortificante, ma è pur sempre un punto in cui situarci per guardare in avanti o indietro. Per poter leggere i classici si deve pur stabilire «da dove» li stai leggendo, altrimenti sia il libro che il lettore si perdono in una nuvola senza tempo. Ecco dunque che il massimo rendimento della lettura dei classici si ha da parte di chi ad essa sa alternare con sapiente dosaggio la lettura d'attualità. E questo non presume necessariamente una equilibrata calma interiore: può essere anche il frutto d'un nervosismo impaziente, d'una insoddisfazione sbuffante. […]
Aggiungiamo dunque:

13. È classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare a meno.
14. È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l'attualità più incompatibile fa da padrona.

Resta il fatto che il leggere i classici sembra in contraddizione col nostro ritmo di vita, che non conosce i tempi lunghi, il respiro dell'otium umanistico; e anche in contraddizione con l'eclettismo della nostra cultura che non saprebbe mai redigere un catalogo della classicità che fa al caso nostro.
[…] I vecchi titoli sono stati decimati ma i nuovi sono moltiplicati proliferando in tutte le letterature e le culture moderne. Non resta che inventarci ognuno una biblioteca ideale dei nostri classici; e direi che essa dovrebbe comprendere per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, e per metà libri che ci proponiamo di leggere e presupponiamo possano contare. Lasciando una sezione di posti vuoti per le sorprese, le scoperte occasionali.
[…]
Ora dovrei riscrivere tutto l'articolo facendo risultare ben chiaro che i classici servono a capire chi siamo e dove siamo arrivati e perciò gli italiani sono indispensabili proprio per confrontarli agli stranieri, e gli stranieri sono indispensabili proprio per confrontarli agli italiani.
Poi dovrei riscriverlo ancora una volta perché non si creda che i classici vanno letti perché «servono» a qualcosa.
La sola ragione che si può addurre è che leggere i classici è meglio che non leggere i classici.

E se qualcuno obietta che non val la pena di far tanta fatica, citerò Cioran (non un classico, almeno per ora, ma un pensatore contemporaneo che solo ora si comincia a tradurre in Italia):
«Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. “A cosa ti servirà?” gli fu chiesto. “A sapere quest'aria prima di morire”».


Italo Calvino, "Italiani, vi esorto ai classici", «L'Espresso», 28 giugno 1981

domenica 27 maggio 2012

The Doors of Perception - Da William Blake a Jim Morrison

Jim Morrison
 Può darsi che in vita la sua opera non avesse ricevuto grandi onori, ma se è vero che la sentenza spetta ai posteri, il signor Blake non avrebbe di che lamentarsi.

Sono innumerevoli le volte che si può percepire la sua influenza nella cultura moderna.
Come non sottolineare che il nome della celebre band "The Doors" venne tratto da una citazione di William Blake trovata in un libro di Aldous Huxley "The Doors of Perception" (Le porte della percezione):

 Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è, infinita

E' nostro dovere tenere conto del fatto che il tipo di genio esibito da William Blake rasentasse la follia quasi abbastanza da toccarla.. Tuttavia, come non ammirare un uomo per aver costruito una sua mitologia personale?
Da "A Vision of the Last Judgement":

Gli uomini vengono ammessi in Paradiso non perché abbiano dominato e frenato le proprie passioni o non ne abbiano avute affatto, ma perché hanno coltivato la loro capacità di conoscere. Il Tesoro del Paradiso non è la negazione della passione, ma la realtà dell'intelletto, da cui tutte le passioni fuoriescono libere nella loro eterna Gloria
E noi diciamo AMEN!
*
If indeed William Blake's works did not receive much appreciation when he was alive, it's a good thing that the judgement belongs to posterity. 

We can find numerous signs of Blake's influence in modern culture.
How can we not mention the fact that "The Doors" took their name from a line in Aldous Huxley's book "The Doors of Perception", that is actually a William Blake quote:

If the doors of perception were cleansed everything would appear to man as it is, infinite

We feel compelled to take into account that Blake's special kind of genius might have bordered on insanity.. But should you not admire a man who created his own mythology?
From "A Vision of the Last Judgement": 

Men are admitted into Heaven not because they have curbed & govern'd their Passions or have No Passions, but because they have Cultivated their Understandings. The Treasures of Heaven are not Negations of Passion, but Realities of Intellect, from which all the Passions Emanate Uncurbed in their Eternal Glory

And we say AMEN!

Satan in his original glory - William Blake
E adesso sappiamo da dove vengono gli angeli di Victoria's Secret.
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And now we know where Victoria's Secret Angels come from.

Manifesto


Qui al Segnalibro abbiamo voluto creare un Manifesto che riassuma le motivazioni che hanno portato alla nascita del blog ma soprattutto del gruppo di lettura e quelle che ci spingono a continuare.
 Vi incoraggiamo ad inviarci i vostri consigli e le vostre opinioni che saranno sempre apprezzate.
Here at Il Segnalibro we decided to write a Manifesto to summarise the motivations that pushed us into creating the blog and our book club.
We encourage you to send us any comments or advice you might have, they will always be appreciated.

Illustrazione di Doze Green

Il racconto nasce insieme al primo costituirsi dei gruppi umani: Dà sfogo al nostro bisogno istintivo di comunicare ed ha una millenaria tradizione orale che arriva fino all’epoca contemporanea.

Gli uomini sono creature sociali.
E' nella nostra natura cercare dei collegamenti, raccontare le nostre storie, condividere le nostre idee e le nostre conoscenze.

E' proprio la condivisione che ci permette di arricchirci a vicenda, di fare dono agli altri di ciò che crediamo sia il meglio di noi.
Di trasformare delle personalità isolate in un movimento.

In un mondo dove le opportunità per i giovani scarseggiano sempre di più, crediamo di poter trovare la forza nell'unione, nella condivisione del sapere di cui ciascuno di noi è il traghettatore.
Crediamo nella forza di un gruppo di persone che crede che un'idea possa davvero fare la differenza.
Partendo anche da un semplice racconto.

“Il Segnalibro” nasce soprattutto da queste riflessioni.
Proponiamo di riunirci intorno ad un simbolico focolare, come i nostri più distanti antenati prima di noi, per condividere le nostre idee, e vedere dove possono portarci.


 The act of storytelling has its origins within the first human gatherings, it gives us a chance to express our instinctive need for human connection. The millenary tradition of communicating through stories lives on into our modern times.

We are social beings.
It is in our nature to connect, tell our stories, share our knowledge and ideas.

This connection is what gives us the opportunity to enrich ourselves, to make a gift of our own experience.
To join isolated minds into a movement.

In a world where opportunities for new generations are dwindling, we think we can find strength in union, in the sharing of each of our points of view to create a full circle.
We believe ideas can make a difference.
Starting from storytelling.

“Il Segnalibro” was born with the intention to inspire us into gathering around a symbolic bonfire, like our ancestors before us, and share our ideas to see where they can take us.

The Woman in the Fifth

Oggi mentre andavamo a caccia di novità interessanti come nostro solito, siamo incappati nel trailer di "The Woman in the Fifth", il nuovo film con Ethan Hawke e Kristin Scott Thomas.
Indagando oltre (due minuti) abbiamo scoperto che come tanti altri film recenti, anche "The Woman in the Fifth" è tratto da un romanzo.
Indagando ancora un po' (cinque minuti) abbiamo trovato una recensione del libro di Douglas Kennedy "The Woman in the Fifth" che è talmente geniale che ci ha quasi convinto a leggere il libro/guardare il film.
Con un incipit come: "Considerate le curiose avventure di un pene Americano a Parigi[...]" com'è possibile resistere?
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Today while we were hunting for some fresh news as usual, we found the trailer to "The Woman in the Fifth", a new movie starring Ethan Hawke and Kristin Scott Thomas.
After some research (two minutes) we found out that of course, as many other recent movies, "The Woman in the Fifth" was actually born as a novel.
After further research (five minutes) we discovered a review of Douglas Kennedy's book "The Woman in the Fifth" that is so brilliant that it has all but persuaded us to read the novel/watch the movie.
With a debut like: "Consider the curious case of an American penis in Paris[...]" how can we resist the temptation?



Bob Dylan e Allen Ginsberg visitano la tomba di Jack Kerouac

Gente famosa che visita tombe di gente famosa.
Se anche a voi comuni mortali venisse voglia di vedere se la presenza di una lapide illustre porta ispirazione, una delle città migliori per farlo è sicuramente Parigi.

Quando nel video Bob Dylan dichiara di avere visitato la tomba di Victor Hugo, sicuramente si riferisce al Panthéon di Parigi, che ospita anche altri uomini che si sono guadagnati la riconoscenza della nazione, tra cui Voltaire, Rousseau, Émile Zola, Jean Moulin, Dumas, Marie Curie e Louis Braille.
Non per niente l'ingresso porta l'iscrizione "AUX GRANDS HOMMES LA PATRIE RECONNAISSANTE" (Ai grandi uomini, la patria riconoscente).

Un'altro posto che può soddisfare la vostra voglia di prestare omaggio a salme famose è il cimitero di Père Lachaise, sempre a Parigi.
Qui avrete la possibilità di incontrare (beh, non proprio), talmente tanti personaggi celebri che noi ci limitiamo a consigliarvi una mappa e delle scarpe comode.
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 Famous people visiting famous people's graves.
If even you commoners are wondering if standing in the presence of an illustrious tombstone can awaken your inspiration, one of the best cities to do this is Paris.

When in the video Bob Dylan mentions having visited Victor Hugo's tomb, he certainly is talking about the Panthéon in Paris, which hosts various men that earned the gratitude of the nation like Voltaire, Rousseau, Émile Zola, Jean Moulin, Dumas, Marie Curie and Louis Braille.
No wonder that the entrance bears the inscription "AUX GRANDS HOMMES LA PATRIE RECONNAISSANTE" (To great men, the grateful homeland).

Another place that can satisfy your wish to pay your respects to famous remains is Père Lachaise, once again in Paris.
This cemetery gives you the chance to meet (more or less), so many dead celebrities that all we can say is bring a map and wear comfortable shoes.

Tra i nostri favoriti/
Among our favourites:
Tomba di Amedeo Modigliani e Jeanne Hebuterne - Flickr
Il nostro connazionale amante del collo lungo, Amedeo Modigliani, sepolto insieme alla sua Jeanne.
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Our fellow countryman and long neck lover, Amedeo Modigliani, together with his lover Jeanne.

E anche/
And again:
Tomba di Guillaume Apollinaire - Flickr
La tomba di Apollinaire, che sulla base porta il celebre calligramma "Mon cœur pareil à une flamme renversée" (Il mio cuore simile ad una fiamma rovesciata).
Apollinaire's tombstone, that bears this well-known calligram on its base "Mon cœur pareil à une flamme renversée" (My heart like an inverted flame).


 Se invece di trovare ispirazione siete in cerca di mononucleosi, vi consigliamo vivamente di fare un salto alla tomba di Oscar Wilde, che vi accoglierà con questo spettacolo grottesco.
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If instead of inspiration you happen to be looking for mono, we recommend that you visit Oscar Wilde's grave, where this grotesque spectacle awaits you.
Tomba di Oscar Wilde - Source
Tuttavia, non tutto è perduto. Chiudiamo con lo splendido epitaffio tratto da "The Ballad of Reading Gaol" (La ballata del carcere di Reading):

E lacrime sconosciute riempiran per lui
l'urna infranta della Pietà,
e solo gli emarginati lo piangeranno
perché solo degli emarginati è il lutto
*
Not all is lost though. In conclusion, we offer you O.Wilde's beautiful epitaph, a quote from "The Ballad of Reading Gaol":

And alien tears will fill for him
Pity's long-broken urn,
For his mourners will be outcast men,
And outcasts always mourn





Allen Ginsberg

Ginsberg by Richard Avedon

Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi all'alba per strade di negri in cerca di una siringata rabbiosa di droga, hipster aureolati bramare l'antico contatto paradisiaco con la dinamo stellata nel macchinario della notte [...]. 

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I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix,
Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night [...].
 

 - URLO/HOWL di/by Allen Ginsberg

sabato 26 maggio 2012

L'uomo che temperava le matite

Questo simpatico signore si è reinventato come tempera matite professionale.
Per 15$ una delle sue matite appuntite potrà essere vostra.

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This gentleman has made a carreer out of sharpening pencils.
For 15$ one of his sharpest pencils can be yours.

Paper to celluloid


Un articolo pubblicato di recente su uno dei nostri blog preferiti, Open Culture, si collega perfettamente all'appuntamento del nostro gruppo di lettura avvenuto lo scorso 15 Maggio, quando il tema per la scelta della nostra prima lettura era proprio quello di un libro da cui era stato tratto un film.

L'articolo in questione si interroga sulla possibilità di trasportare grandi libri sullo schermo mantenendo però la loro bellezza.
All'alba dell'uscita di due film come "Il Grande Gatsby" e "Sulla Strada", gli amanti della lettura si preparano timorosi a incontrare la versione 2012 dei loro eroi.

New Great Gatsby, On the Road Adaptations Revive an Old Debate: Can Great Books Make Great Movies?

giovedì 24 maggio 2012

mercoledì 23 maggio 2012

Say it with neon

Cerith Wyn Evans



 
Ivan Navarro
Lee Jung
Tracey Emin

Shakespeare by Bob Wilson


Come un pessimo attore in scena
colto da paura dimentica il suo ruolo,
oppur come una furia stracarica di rabbia
strema il proprio cuore per impeto eccessivo,
anch'io, sentendomi insicuro, non trovo le parole
per la giusta apoteosi del ritual d'amore,
e nel colmo del mio amor mi par mancare
schiacciato sotto il peso della sua potenza.
Sian dunque i versi miei, unica eloquenza
e muti messaggeri della voce del mio cuore,
a supplicare amore e attender ricompensa
ben più di quella lingua che più e più parlò.
Ti prego, impara a leggere il silenzio del mio cuore
è intelletto sottil d'amore intendere con gli occhi.

As an unperfect actor on the stage
Who with his fear is put besides his part,
Or some fierce thing replete with too much rage,
Whose strength's abundance weakens his own heart.
So I, for fear of trust, forget to say
The perfect ceremony of love's rite,
And in mine own love's strength seem to decay,
O'ercharged with burden of mine own love's might.
O, let my books be then the eloquence
And dumb presagers of my speaking breast,
Who plead for love and look for recompense
More than that tongue that more hath more express'd.
O, learn to read what silent love hath writ:
To hear with eyes belongs to love's fine wit.

- Sonett/Sonetto n.29, William Shakespeare

Albert Camus


L'unico modo per confrontarsi con un mondo non libero
è diventare così assolutamente libero
che la tua stessa esistenza diventa un atto di ribellione.

The only way to deal with an unfree world
is to become so absolutely free
that your very existence is an act of rebellion.

- Albert Camus

The Art of Advertising (3)

Books change with you

Robert Southey


Le Parole sono come I raggi del Sole. Più sono condensate più profondamente bruciano.

It is with words as with sunbeams. The more they are condensed, the deeper they burn

- Robert Southey

Wear Sunscreen


The Big Kahuna (1999)
"Wear Sunscreen" è il nome di un articolo, (inizialmente intitolato "Consigli, come la giovinezza, probabilmente sprecati sui giovani") scritto da Mary Schmich e pubblicato sul Chicago Tribune nel 1997.

"Wear Sunscreen" is the common name of an essay, (actually called "Advice, like youth, probably just wasted on the young") written by Mary Schmich and published in the Chicago Tribune as a column in 1997.

Ray Bradbury


Non sono i libri che vi mancano, ma alcune delle cose che un tempo erano nei libri. Le stesse cose potrebbero essere diffuse e proiettate da radio e televisori. Ma ciò non avviene. No, no, non sono affatto i libri le cose che andate cercando. Prendetele dove ancora potete trovarle, in vecchi dischi, in vecchi film e nei vecchi amici; cercatele nella natura e cercatele soprattutto in voi stesso.

The same infinite detail and awareness could be projected through the radios and televisors, but are not. No, no, it's not books at all you're looking for! Take it where you can find it, in old phonograph records, old motion pictures, and in old friends; look for it in nature and look for it in yourself. Books were only one type of receptacle where we stored a lot of things we were afraid we might forget.

- Ray Bradbury, Fahrenheit 451

The Art of Advertising (2)

 Escape into a book
 - Penguin Books

The Art of Advertising

 - Penguin Books

martedì 22 maggio 2012

Charles Dickens


Era il tempo migliore e il tempo peggiore, la stagione della saggezza e la stagione della follia, l'epoca della fede e l'epoca dell'incredulità, il periodo della luce e il periodo delle tenebre, la primavera della speranza e l'inverno della disperazione. Avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi; eravamo tutti diretti al cielo, eravamo tutti diretti a quell'altra parte

It was the best of times, it was the worst of times, it was the age of wisdom, it was the age of foolishness, it was the epoch of belief, it was the epoch of incredulity, it was the season of Light, it was the season of Darkness, it was the spring of hope, it was the winter of despair, we had everything before us, we had nothing before us, we were all going direct to Heaven, we were all going direct the other way

- Charles Dickens, A Tale of Two Cities

Edgar Allan Poe


Coloro che sognano ad occhi aperti conoscono molte cose che sfuggono a quanti sognano solo dormendo. Nelle lore visioni annebbiate essi colgono sprazzi di eternità.

They who dream by day are cognizant of many things which escape those who dream only by night. In their grey visions they obtain glimpses of eternity.

- Edgar Allan Poe

Charles Bukowski



Un intellettuale dice una cosa semplice in modo difficile.
Un artista dice una cosa difficile in modo semplice.

An intellectual says a simple thing in a hard way.
An artist says a hard thing in a simple way.

- Charles Bukowski