mercoledì 27 giugno 2012

Josef Koudelka - Per combattere la cecità


Quando vivi in un luogo a lungo diventi cieco perché non osservi più nulla. 
Io viaggio per non diventare cieco.
Josef Koudelka





I photograph only something that has to do with me, and I never did anything that I did not want to do. I do not do editorial and I never do advertising. 
No, my freedom is something I do not give away easily. 
Josef Koudelka



martedì 26 giugno 2012

Vladimir Nabokov - We so firmly believed

Nella mente della maggior parte delle persone, il nome di Vladimir Nabokov è subito associato all'idea di amore e di ossessione insana che ci ha magistralmente descritto nel suo capolavoro "Lolita".


Molte sono le curiosità che circondano lo scrittore russo. 
Tanto per iniziare, appartiene al quel gruppo di letterati che vivranno la loro esistenza in esilio dalla terra natia ma che sentiranno questa distanza obbligata come la pressione di un filo invisibile che li tira eternamente verso la Russia.
Nabokov nasce in una nobile famiglia e fin da piccolo parla correntemente il russo, l'inglese e il francese. Questo gli permette di poter diversificare la sua carriera, anzi di dividerla nettamente in due capitoli.
Il primo in cui scrive nella sua madrelingua e il secondo, che coincide con il trasferimento negli Stati Uniti, in cui adotta la lingua inglese come sua lingua di vita e scrittura. 
Appunto a questo periodo corrisponde la stesura di "Lolita", pubblicato nel 1955, di cui vi proponiamo l'incipit:

Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul. Lo-lee-ta: 
the tip of the tongue taking a trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth. 
Lo. Lee. Ta. She was Lo, plain Lo, in the morning, standing four feet ten in one sock. 
She was Lola in slacks. She was Dolly at school. She was Dolores on the dotted line. 
But in my arms she was always Lolita. 
Did she have a precursor? She did, indeed she did. In point of fact, 
there might have been no Lolita at all had I not loved, one summer, an initial girl-child. 
In a princedom by the sea. Oh when? 
About as many years before Lolita was born as my age was that summer. 
You can always count on a murderer for fancy prose style. 
Ladies and gentlemen of the jury, exhibit number one is what the seraphs,
 the misinformed, simple, noble-winged seraphs, envied. 
Look at this tangle of thorns.

Nabokov stesso sceglie di separare nettamente i due capitoli della sua carriera non solo cambiando lingua, ma dedicandosi un'ultima volta alla creazione di poesie in russo, pubblicate in seguito nella raccolta Poems and Problems
Eccovi allora una registrazione della sua poesia d'addio alla giovinezza, di chiusura di un capitolo e di benvenuto della nuova fase della sua esistenza.




We So Firmly Believed
We so firmly believed in the linkage of life,
but now I’ve looked back–and it is astonishing
to what a degree you, my youth,
seem in tints not mine, in traits not real.
If one probes it, it’s rather like a wave’s haze
between me and you, between shallow and sinking,
or else I see telegraph poles and you from the back
as right into the sunset you ride your half-racer.
You’ve long ceased to be I. You’re an outline–the hero
of any first chapter; yet how long we believed
that there was no break in the way from the damp dell
to the alpine heath.

domenica 24 giugno 2012

Ruth Belville, la donna che vendeva l'ora esatta

Ruth Belville è stata l'ultima esponente di una famiglia che dal 1836 fino al 1940 ha trasformato in business il potere di conoscere l'ora esatta.
Il padre di Ruth infatti, si recava tutte le mattine all'Osservatorio di Greenwich, dove sincronizzava il suo orologio con la GMT (Greenwich Mean Time), per poi visitare i suoi clienti per regolare i loro orologi sull'ora corretta.
Al tempo la possibilità di conoscere l'ora esatta non era affatto scontata, la costruzione di ferrovie stava rivoluzionando il concetto di tempo in Inghilterra, e non solo persone, ma intere città si trovarono a doversi "sincronizzare" sull'ora di Greenwich.
La confusione era tale che ci furono città che, non volendo abbandonare la loro ora "locale", installarono speciali orologi con due lancette dei minuti, una per l'ora locale, una per l'ora londinese, anche conosciuta come Railway Time.

Orologio della Corn Exchange di Bristol
Fu solo nel 1880 che il governo britannico riconobbe ufficialmente la GMT come fuso orario nazionale, e quando Ruth prese in mano la professione del padre nel 1892, era già fuori tempo massimo.


Sorprendentemente però, Ruth continuò a portare avanti il business fino al 1940, con gli orologiai come clienti più fedeli.


 Ché perder tempo a chi più sa più spiace

- Dante Alighieri - La Divina Commedia, Purgatorio, III, 78

sabato 23 giugno 2012

Igor Stravinsky e il concetto di patria

Cosa significa essere nati in un paese piuttosto che in un altro?
Cosa implica per una persona sapere di appartenere a una nazione con una cultura, una lingua e una storia definita?
Cos'è il sentimento di orgoglio nazionale che, in situazioni diverse, ognuno di noi ha sentito?

Noi de Il Segnalibro non abbiamo le risposte a queste domande, ma crediamo che le parole dette dal musicista russo Igor Stravinsky sulla sua patria, patria che rivede dopo cinquant'anni di esilio, possano essere fonte d'ispirazione per ciascuno di noi, per capire come relazionarci con la nostra nazione che purtroppo sentiamo sempre più distante e invisibile.

L'odore della terra russa è diverso, e queste sono cose che non si possono dimenticare...
Un uomo ha un solo luogo di nascita, una sola patria, 
un solo paese - può avere un solo paese -
e il suo luogo di nascita è il fattore più importante della sua vita.
Mi rammarico che le circostanze mi abbiamo separato dalla mia patria, 
di non aver prodotto qui le mie opere e, soprattutto, 
di non essere stato qui ad aiutare la nuova Unione Sovietica 
a creare la sua nuova musica. 
Non ho lasciato la Russia di mia volontà, 
anche se c'era molto che non mi piaceva nella mia Russia 
e nella Russia in genere. 
Ma il diritto di criticare la Russia è mio, 
perché la Russia è mia e perché io l'amo,
e non concedo questo diritto a nessuno straniero.

Per chiudere questa breve riflessione, vi lasciamo con un piccolo video di una delle opere più importanti del musicista, La Sagra della Primavera, coreografata dal genio indimenticabile di Pina Bausch.


giovedì 21 giugno 2012

A lezione di letteratura con Kurt Vonnegut

Oggi vi proponiamo una piccola e divertente lezione dello scrittore Kurt Vonnegut sulla semplice forma delle storie.

Sia il video che la trascrizione della lezione sono in inglese, quindi la lettura richiederà un po' di sforzo ma vi garantiamo che ne vale la pena!


I want to share with you something I’ve learned. 
I’ll draw it on the blackboard behind me so you can follow more easily. This is the G-I axis: good fortune-ill fortune. Death and terrible poverty, sickness down here—great prosperity, wonderful health up there. Your average state of affairs here in the middle.
This is the B-E axis. B for beginning, E for entropy. Okay. Not every story has that very simple, very pretty shape that even a computer can understand. 
Now let me give you a marketing tip. The people who can afford to buy books and magazines and go to the movies don’t like to hear about people who are poor or sick, so start your story up here. You will see this story over and over again. People love it, and it is not copyrighted. The story is “Man in Hole,” but the story needn’t be about a man or a hole. It’s: somebody gets into trouble, gets out of it again. It is not accidental that the line ends up higher than where it began. This is encouraging to readers.

Another is called “Boy Meets Girl,” but this needn’t be about a boy meeting a girl. It’s: somebody, an ordinary person, on a day like any other day, comes across something perfectly wonderful: “Oh boy, this is my lucky day!” ... “Shit!” … And gets back up again.

Now, I don’t mean to intimidate you, but after being a chemist as an undergraduate at Cornell, after the war I went to the University of Chicago and studied anthropology, and eventually I took a masters degree in that field. Saul Bellow was in that same department, and neither one of us ever made a field trip. Although we certainly imagined some. I started going to the library in search of reports about ethnographers, preachers, and explorers—those imperialists—to find out what sorts of stories they’d collected from primitive people. It was a big mistake for me to take a degree in anthropology anyway, because I can’t stand primitive people—they’re so stupid. But anyway, I read these stories, one after another, collected from primitive people all over the world, and they were dead level, like the B-E axis here. So all right. Primitive people deserve to lose with their lousy stories. They really are backward. Look at the wonderful rise and fall of our stories.
One of the most popular stories ever told starts down here . Who is this person who’s despondent? She’s a girl of about fifteen or sixteen whose mother had died, so why wouldn’t she be low? And her father got married almost immediately to a terrible battle-axe with two mean daughters. 
You’ve heard it?
There’s to be a party at the palace. She has to help her two stepsisters and her dreadful stepmother get ready to go, but she herself has to stay home. Is she even sadder now? No, she’s already a broken-hearted little girl. The death of her mother is enough. Things can’t get any worse than that. So okay, they all leave for the party. Her fairy godmother shows up, gives her pantyhose, mascara, and a means of transportation to get to the party.
And when she shows up she’s the belle of the ball . She is so heavily made up that her relatives don’t even recognize her. Then the clock strikes twelve, as promised, and it’s all taken away again. It doesn’t take long for a clock to strike twelve times, so she drops down. Does she drop down to the same level? Hell, no. No matter what happens after that she’ll remember when the prince was in love with her and she was the belle of the ball. So she poops along, at her considerably improved level, no matter what, and the shoe fits, and she becomes off-scale happy.

Now there’s a Franz Kafka story. A young man is rather unattractive and not very personable. He has disagreeable relatives and has had a lot of jobs with no chance of promotion. He doesn’t get paid enough to take his girl dancing or to go to the beer hall to have a beer with a friend. One morning he wakes up, it’s time to go to work again, and he has turned into a cockroach.
It’s a pessimistic story.

The question is, does this system I’ve devised help us in the evaluation of literature? Perhaps a real masterpiece cannot be crucified on a cross of this design. 
How about Hamlet? It’s a pretty good piece of work I’d say. Is anybody going to argue that it isn’t? 
I don’t have to draw a new line, because Hamlet’s situation is the same as Cinderella’s, except that the sexes are reversed.
His father has just died. He’s despondent. And right away his mother went and married his uncle, who’s a bastard. So Hamlet is going along on the same level as Cinderella when his friend Horatio comes up to him and says, “Hamlet, listen, there’s this thing up in the parapet, I think maybe you’d better talk to it. It’s your dad.” So Hamlet goes up and talks to this, you know, fairly substantial apparition there. And this thing says, “I’m your father, I was murdered, you gotta avenge me, it was your uncle did it, here’s how.”
Well, was this good news or bad news? To this day we don’t know if that ghost was really Hamlet’s father. If you have messed around with Ouija boards, you know there are malicious spirits floating around, liable to tell you anything, and you shouldn’t believe them. Madame Blavatsky, who knew more about the spirit world than anybody else, said you are a fool to take any apparition seriously, because they are often malicious and they are frequently the souls of people who were murdered, were suicides, or were terribly cheated in life in one way or another, and they are out for revenge.
So we don’t know whether this thing was really Hamlet’s father or if it was good news or bad news. And neither does Hamlet. But he says okay, I got a way to check this out. I’ll hire actors to act out the way the ghost said my father was murdered by my uncle, and I’ll put on this show and see what my uncle makes of it. So he puts on this show. And it’s not like Perry Mason. His uncle doesn’t go crazy and say, “I-I-you got me, you got me, I did it, I did it.” It flops. Neither good news nor bad news. After this flop Hamlet ends up talking with his mother when the drapes move, so he thinks his uncle is back there and he says, “All right, I am so sick of being so damn indecisive,” and he sticks his rapier through the drapery. Well, who falls out? This windbag, Polonius. This Rush Limbaugh. And Shakespeare regards him as a fool and quite disposable.
You know, dumb parents think that the advice that Polonius gave to his kids when they were going away was what parents should always tell their kids, and it’s the dumbest possible advice, and Shakespeare even thought it was hilarious.
“Neither a borrower nor a lender be.” But what else is life but endless lending and borrowing, give and take?
“This above all, to thine own self be true.” Be an egomaniac!
Neither good news nor bad news. Hamlet didn’t get arrested. He’s prince. He can kill anybody he wants. So he goes along, and finally he gets in a duel, and he’s killed. Well, did he go to heaven or did he go to hell? Quite a difference. Cinderella or Kafka’s cockroach? I don’t think Shakespeare believed in a heaven or hell any more than I do. And so we don’t know whether it’s good news or bad news.
I have just demonstrated to you that Shakespeare was as poor a storyteller as any Arapaho.

But there’s a reason we recognize Hamlet as a masterpiece: it’s that Shakespeare told us the truth, and people so rarely tell us the truth in this rise and fall here.
 The truth is, we know so little about life, we don’t really know what the good news is and what the bad news is.

And if I die—God forbid—I would like to go to heaven to ask somebody in charge up there, “Hey, what was the good news and what was the bad news?”

mercoledì 20 giugno 2012

God Save Elton John

Semplicemente, kitchissimamente FANTASTICO!





Elton John - Crocodile  Rock  (1972)

lunedì 18 giugno 2012

Mike Mills, una mente sola per molti talenti

Come si può notare leggendo i post pubblicati fino ad ora, quello che ci affascina di più del mondo del "sapere" è il felice momento in cui più talenti si uniscono in un'unica persona creando un artista a tutto tondo.
Sicuramente Mike Mills rientra in questa categoria.
Regista cinematografico, creatore di video musicali, graphic designer. 
In tutti i suoi lavori riesce a inserire un tocco personale, una poetica tutta sua, che lo distingue e crea un filo conduttore che gli spettatori riescono facilmente a riconoscere.
Ma più che descrivervi a parole, crediamo che l'osservazione dei suoi lavori possa esprimere al meglio il talento originale ed eclettico del nostro artista.
Partiamo dalla musica.
Sono molti gli artisti che collaborano con Mills per le copertine dei loro album, ad esempio The Beastie Boys e Air.





Alcuni artisti invece si affidano a lui per la creazione di un video musicale, come ad esempio il gruppo Blonde Redhead per la canzone Top Ranking.


Ma, come ogni artista che si rispetti, Mills si dedica anche a progetti interamente suoi, soprattuto nell'ambito del cinema indipendente.
Ecco allora che ci regala due film deliziosi.
L'opera prima è Thumbsucker, ovvero il Succhia Pollice.


Ma il successo più grande l'ottiene nel 2010 con l'uscita del suo secondo film, The beginners.
Il film trae spunto da una sua vicenda personale, cioè il coming out del padre che, ha 75 anni e dopo 44 anni di matrimonio con la moglie, rivela al figlio la sua omosessualità.
Notare che l'interpretazione del padre data da Christopher Plummer gli farà vincere l'oscar come miglior attore.


Oltre a tutto questo, per non rischiare di annoiarsi, Mills ha lanciato una linea di poster, magliette e vestiti dal nome Humans by Mike Mills.

La domanda però sorge spontanea: Mike, non sei mai stanco?!

domenica 17 giugno 2012

L'Ulisse di Stephen Fry


L'Ulisse di James Joyce è considerato una pietra miliare della letteratura moderna. Scritto in una varietà di stili diversi, pieno di allusioni e ricco di umorismo, il romanzo non sottolinea l'importanza degli eventi che si svolgono durante la giornata ma piuttosto la vita interiore dei personaggi, che viene rappresentata attraverso la tecnica narrativa del "flusso di coscienza", permettendo al lettore di trovarsi dentro le menti dei protagonisti e sentire i loro desideri, i loro bisogni, le loro gioie e paure.


Forse però non tutti sanno che ieri, il 16 giugno 2012, era il centottavo anniversario della famosa "giornata" in cui si svolge l'avventura descritta nel libro.
Infatti questo romanzo narra dell'intrecciarsi delle vite di varie persone per una singola giornata, il 16 giugno 1904.
Per festeggiare questa ricorrenza vogliamo proporvi l'opinione di un nostro idolo, Stephen Fry, che dichiara che questo sia proprio il suo libro preferito.


Soffermiamoci un momento su Stephen Fry. La maggior parte di noi conosceranno L'Ulisse di Joyce anche senza averlo letto (leggetelo!).. Ma a noi interessano anche le cose un po' particolari e magari meno conosciute, beh perlomeno in Italia, perchè in Inghilterra il nostro Fry è considerato poco meno di un tesoro nazionale vivente.

Stephen Fry è certamente un fenomeno, che può vantarsi ad oggi di aver vissuto una vita varia e memorabile, lavorando come scrittore, comico, attore, doppiatore, sceneggiatore, autore televisivo e regista. Se volete saperne di più potete leggere la sua biografia, o meglio, una delle sue biografie (Moab Is My Washpot e The Fry Chronicles)!
Ma ciò che veramente vogliamo presentare di questa persona, è la varietà dei suoi talenti, il suo candore, il suo senso dell'umorismo, ma soprattutto la sua straordinaria intelligenza.


La voce di Fry trasmette un senso di calma e saggezza, il suo uso superiore della lingua inglese lo porta ad esprimere i suoi ragionamenti senza sforzo, ed in modo scorrevole.
Piuttosto che continuare a parlare di lui, vogliamo condividere qualche estratto della sua carriera, sperando che anche voi possiate essere sedotti dal carisma di questa persona.




sabato 16 giugno 2012

La libertà che costa 10$


Ci capita sempre più spesso di procrastinare i nostri doveri all'infinito distratti da facebook, twitter, posta elettronica, youtube e blog di vario tipo.
Sembra difficile ricordare i giorni quando non esistevano questi accessori, eppure era davvero pochi anni fa! Avere la possibilità di essere continuamente connessi offre una serie infinita di vantaggi, ma è difficile porsi dei limiti, soprattutto quando lavoro e svago si svolgono davanti allo stesso schermo.

Per fortuna per ogni mercato c'è almeno un mercante. Potremmo proporvi il centro reSTART dove per staccarvi la spina vi porteranno a fare ore di trekking nella foresta, senza la possibilità di raccontare in un tweet del tafano che vi pungerà nell'occhio.
Fortunatamente esistono soluzioni meno estreme che richiedono meno forza di volontà e soprattutto, non vi costringono ad andare in giro per i boschi come dei disperati.


Ecco a voi il programma Freedom, che per la modica cifra di 10$ vi disconnetterà completamente dalla rete per un massimo di otto ore. L'applicazione non si può spegnere una volta avviata, l'unico modo di disattivarla è riavviare il vostro computer.

La nostra umile opinione è che Freedom sia un programma incompleto. E se il nostro lavoro richiedesse l'utilizzo di internet? Come potremmo minimizzare le nostre distrazioni e massimizzare la nostra produttività? E onestamente, a riavviare il computer non ci vuole niente.

Ebbene, esiste Self Control. Un programma GRATUITO che vi permette di selezionare l'url dei siti che volete bloccare e quindi personalizzare i vostri limiti. Non solo, il programma fa sul serio; Il blocco può durare fino a 24 ore e non è disattivabile. Potete riavviare il computer e disinstallare il programma, ma non ci sono vie d'uscita.

Che ne pensate? Abbiamo bisogno di programmi che ci aiutino a staccare la spina?

Ricordiamoci però, che possiamo disconnetterci per qualche giorno o qualche ora, ma la vita senza computer ormai è storia o fantascienza.
Sappiamo di aver guadagnato tantissimo grazie all'avvento della tecnologia.. ma cosa abbiamo perso?


venerdì 15 giugno 2012

Parlando di arredamento...

Questa sera parliamo di arredamento. Più precisamente, di arredamento e libri.
Girovagando sul web, abbiamo scovato interi siti internet dedicati all'arredamento ispirato dai libri e dalla lettura in generale.

D'altronde, in un mondo in cui non c'è più niente da inventare, come stupirci se troviamo in fabbricazione una presa per luce nascosta dentro la libreria?


Come non riuscire a immaginarsi Marcel Proust, in total relax serale, su questa bella poltrona circondata dalle sue letture preferite?


Quale luogo migliore per sistemare i nostri libri preferiti se non una enorme libreria a forma di tomo?
 Perfetta per tutti i salotti di almeno 50mq!


E per finire, mai più in campeggio senza questo gioiellino, per tutti gli amanti delle vacanze wild!


giovedì 14 giugno 2012

Il Segnalibro@Valparaíso, ricordando Pablo Neruda

Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone. 
Così diceva John Steinbeck e noi de Il Segnalibro non possiamo che essere pienamente d'accordo.
L'esperienza del viaggio porta inevitabilmente a dei cambiamenti. 
Ogni volta che torniamo dopo aver visitato o vissuto, anche per brevi periodi, in un posto altro rispetto a "casa", ci rendiamo conto di essere diversi, di aver acquisto una maggiore consapevolezza di noi e di ciò che ci circonda.
Se siamo abbastanza fortunati entreremo in contatto con dei luoghi che resteranno indelebilmente dentro di noi, un ricordo vivo che si crea con tutti e cinque i sensi. 
Chi di noi non ha un profumo che lo riporta, come una macchina spazio-temporale, nel luogo in cui lo ha sentito per la prima volta, ad esempio?

Uno di questi luoghi magici è la cittadina di Valparaiso, in Cile.


Dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 2003, la città conquista anche le anime più tenebrose con la vivacità e l'allegria dei suoi colori. Interi quartieri, quelli più antichi, sono composti da casa colorate con le tinte più accese e particolari, creando un insieme davvero unico.
Valparaiso colpisce anche per la casa di Pablo Neruda, La Sebastiana, in cui il poeta visse e lavorò per molto anni.


Visitando la casa, è molto facile immaginarsi Don Pablo al lavoro mentre trae ispirazione dalla fantastica vista del suo studio.


Alcuni luoghi, grazie all'unione favorevole di predisposizione personale e ottimi compagni di viaggio, restano dentro di noi come la promessa di un ritorno che dobbiamo a noi stessi per rivivere gli attimi di serenità e curiosità che ci hanno regalato. 
Proprio come alcune poesie di Neruda che impongono la rilettura per donarci ancora e sempre nuove sensazioni.

Nuda sei semplice come una delle tue mani, liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente, hai linee di luna, strade di mela, nuda sei sottile come il grano nudo.

Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli, nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno e t'addentri nel sotterraneo del mondo.

come in una lunga galleria di vestiti e di lavori: 
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia e di nuovo torna a essere una mano nuda.

lunedì 11 giugno 2012

Elementare, Watson.


"Jean Joseph Renaud, scrittore e drammaturgo francese, per misurare la fama delle storie di Conan Doyle, ha recentemente spedito una lettera a una sua amica residente in Baker Street. Indirizzata come segue:

Miss Compton,
La stessa strada di Sherlock Holmes,
Londra.

La lettera è stata consegnata il mattino seguente. Si può quindi trarre la conclusione che Sherlock Holmes vive ancora nella memoria degli inglesi, e che le autorità postali inglesi sono sia erudite che scrupolose."

The Morning Post, 3 febbraio 1933

(www.futilitycloset.com)

Il sistema Myers-Briggs

 
 C'è chi si chiede se il capricorno ascendente leone sia veramente così ambizioso, chi giura che chi è nato negli anni della scimmia sia fatto per stare con qualcuno nato negli anni del topo, chi mercoledì prossimo non deve uscire di casa e chi non è bravo in matematica perché non era nelle sue carte.. Insomma, la nostra personalità ed il nostro futuro sono scritti nelle stelle, in fondo a una tazza di tè, nelle carte e nelle ossa di pollo, e chi più ne ha più ne metta.


Abbiamo deciso di seguire la strada della razionalità, non per niente il test del cappello parlante di Harry Potter ci ha inserito nella Casa di Corvonero: "Un ingegno smisurato per un mago è dono grato"!

Quindi, per trovare terra ferma mentre il nostro destino viene sbattuto a destra e a manca da astrologi, chiromanti e siti internet di vario tipo, ci siamo affidati a Carl Jung, Katharine Cook Briggs e Isabel Briggs Myers.
Il test Myers-Briggs è senza dubbio il nostro preferito e quello che secondo noi riesce ad elaborare dopo un numero variabile di domande, un profilo sorprendentemente accurato.


Ci incuriosisce sapere se anche voi rimarrete stupiti dalle capacità intuitive di questo semplice test di personalità che ci divide tutti in sedici categorie in base all combinazione di quattro indici di base che secondo la teoria Junghiana strutturano la personalità dell'individuo:
- Introversione vs Estroversione
- Intuizione vs Esperienza
- Pensiero vs Sentimento
- Percezione vs Giudizio

Ecco il link a una versione inglese molto lunga ma accurata, online ce ne sono tantissime, bisogna andare un po' a naso per riconoscere quelle più o meno affidabili.
Buon divertimento! E fateci sapere!

Advanced Style

Gli addetti ai lavori sicuramente lo conoscono già, ma per chi non lo sapesse, il blogger Ari Seth Cohen ha scelto di dare un senso più letterale al concetto di bellezza senza età..
Infatti il suo blog Advanced Style si concentra sullo stile di meravigliose donne un po' avanti con gli anni.


La vitalità di queste donne è impressionante, decise a trascorrere ogni attimo della loro esistenza circondate dal colore e dall'ironia come delle eccentriche attrici teatrali, sono certe che al momento di uscire di scena meriteranno una standing ovation.




Come meravigliosi pavoni metropolitani non hanno paura di osare e di farsi notare.
Per chi dovesse trovarle ridicole, ogni città è piena di piccioni, ma noi preferiamo la compagnia di creature eccezionali.


Per conoscerle un po' meglio:
 

sabato 9 giugno 2012

Le dita di Judith Braun

L'artista ritorna all'infanzia utilizzando soltanto le mani per creare immagini quasi optical, che ricordano vibrazioni. La simmetria del corpo umano si specchia nelle forme che Braun disegna accarezzando le pareti.




Noi ci ricordiamo bene di Judith Braun dalla sua partecipazione al programma "Work of Art: The next great artist", un reality show con lo stesso format di "Project Runway" dove però ovviamente lo scopo è creare arte a comando.

Dopo aver superato lo scetticismo iniziale nei confronti dell'idea di poter spingere degli artisti a produrre "arte" in modo quasi meccanico, il programma si rivela piuttosto interessante, e ci porta alla conclusione che Andy Warhol aveva già raggiunto più di trent'anni fa:

L'essere bravi negli affari è il tipo d'arte più affascinante... Fare soldi è un'arte e lavorare è un'arte e fare buoni affari è l'arte migliore di tutte.
 

Bob Wilson Voom Portraits

«Credo che queste opere possano essere viste in numerose situazioni: in un museo, alla fermata della metropolitana, mentre si è in coda all’aeroporto. Potrebbero essere sul quadrante di un orologio da polso, in televisione, oppure un’immagine nella vostra casa, appese a una parete. Possono essere nella cornice di un camino, al posto del fuoco. Su una parete di casa, come una finestra, una finestra che ci mostra un altro mondo. È qualcosa di molto personale. Si tratta di un documento del nostro tempo. Sono ciò che io chiamo ritratti.»
- Bob Wilson
Steve Buscemi


Johnny Depp

Isabella Rossellini

Come ignorare il mitico Iron Man - Robert Downey Jr.

Purtroppo su youtube si trovano soltanto alcuni dei Voom Portraits.. per vederne altri potete andare qui.
Bisogna ammettere che passare troppo tempo ad osservare questi ritratti potrebbe lasciarvi con il desiderio irresistibile di guardare qualche ora di Real Time TV per riprendervi.. Tuttavia, il rapporto che si instaura con gli esseri vivi ma apparentemente non pensanti di Bob Wilson, non è poi così diverso dalla simpatia e familiarità che si può provare nei confronti di alcuni personaggi di plastica dalla morale discutibile che ci sono in TV.